La Sicilia ed il Cotone!

Riprendiamo da dove avevamo lasciato! Il futuro viene dal passato.

In una vasta pianura sita tra Licata e Gela, negli anni Sessanta si coltivava ‘l’oro bianco di Sicilia’, ovvero il cotone. Oggi questa fibra non viene più coltivata, ma appartiene alla storia del paese.

 

Questa fibra resistente, coltivata in molte regioni del mondo, proviene dal Gossypium, pianta arbustiva della famiglia delle Malvaceae. Molte le specie che lo compongono; le foglie, di formazione particolare, danno alla pianta una caratteristica forma conica. I semi che compongono la capsula, il frutto della pianta, vengono spesso raccolti per ricavarne un olio, molto usato sia nell’industria alimentare che delle essenze, e nel settore dell’igiene personale per la fabbricazione di saponi profumati e delicati, ma anche nel settore farmaceutico per la realizzazione di preparati. In Sicilia, la fioritura avveniva in estate, mentre l’apertura delle capsule, caratterizzava generalmente la fine del mese di agosto e tutto il mese di settembre. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La coltura del cotone in molte aree della sicilia, in passato, era in forte sviluppo. Nel 1957 la si praticava su una superficie totale di quasi 350.000 ettari, di cui 140.000 nell'agrigentino ed il resto quasi completamente nella piana di gela. Non per nulla Gela venne denominata "la madre del cotone in Italia".

 

Furono gli Arabi a introdurne la coltivazione in Sicilia; ad essi si deve infatti la coniazione del toponimo ‘qutun’, e l’uso dei numerosi strumenti che venivano utilizzati per la sgranatura e la lavorazione manuale della bambagia, che per lungo tempo e per tutto il Novecento, fu parte delle numerose specie a reddito dell’intera Isola.

 

 

 

 

 

Furono poi gli statunitensi, a rubare il predominio alla Sicilia nel mercato del cotone; già con la fine del Settecento, le navi d’Oltreoceano venivano infatti ad approvvigionarsi di semi, proprio nei campi dell’Isola. L’inizio della produzione americana, l’avvento delle fibre sintetiche nei primi anni del Novecento, e i relativi costi elevati della lavorazione manuale, portarono all’inesorabile declino delle coltivazioni di ‘oro bianco di Sicilia’; negli anni Cinquanta le piantagioni, lentamente diffusesi in tutta l’Isola, divennero ben presto infatti presidio pressocché esclusivo delle sole provincie di Caltanissetta, Agrigento e Catania. Nel 1982, la superficie coltivata a cotone ammontava ad appena 2.100 ettari: una lenta agonia che ha portato questo prezioso arbusto a scomparire del tutto, negli ultimi vent’anni, dal patrimonio agricolo della Sicilia.

100

 ettari in biologico

20

            agricoltori nella filiera certificata

5

sostenitori

Iniziamo a costruire insieme
un mondo più' pulito e migliore.

La filosofia COS si può riassumere così: 

- produzione equa al 100 %, cotone bio al 100 %

- filiera trasparente al 100 %, neutralità CO2 al 100 %

- Le nostre direttive per il cotone bio  La coltivazione bio rappresenta anche per il cotone un'alternativa  ecosostenibile: consente una produzione senza rischi per la salute  e senza dipendenza da crediti da parte dei piccoli coltivatori.

- Per operare in modo sostenibile, gli agricoltori ricorrono a  tecniche quali rotazione delle colture e produzione di compost  e inserimento di insetti curativi.   La stabilizzazione dell'ecosistema e l'abbandono delle  monocolture riducono le perdite di raccolto dovute a  siccità e parassiti . 

- Ulteriori principi nella coltivazione del cotone bio

- Divieto di ingegneria genetica 

- Divieto di pesticidi e concimi chimico

- sintetici 

- Divieto di defoglianti 

- Dosaggio dell'acqua grazie a sistemi di irrigazione a goccia

- Consumi energetici ridotti grazie a un basso      grado di meccanizzazione

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